Nasceva il 13 agosto del 1899 e il 29 aprile del 1980 ci lasciava il grande maestro Alfred Hitchcock, uno dei più grandi registi della storia del cinema.
Lo avrete certamente visto da qualche parte. Ha un volto conosciuto e un profilo comune. L’avrete senza dubbio incontrato, magari in un bar, dove beveva a pochi passi da voi, per poi volatilizzarsi in un batter di ciglia, o probabilmente lo avrete visto collocarsi di soppiatto alle vostre spalle, mentre qualcuno stava per scattarvi una foto, per il semplice gusto di rimanere immortalato egli stesso a vostra insaputa. Ma la cosa più divertente è che nel momento in cui il diaframma si apriva per poi richiudersi immediatamente non avevate per nulla notato quella presenza, una sagoma panciuta e sospettosa apparire alle vostre spalle. E’ capitato a molti. Egli infatti adora palesarsi quando meno ce l’aspettiamo.
Vedete, nelle sue opere più famose la sua presenza, seppur non semplice da intravedere, è consueta. Si è sempre ritagliato uno spazio nei modi più disparati: dalla camminata sullo sfondo al breve passaggio nel centro della scena, fino a riproporre, di tanto in tanto, il suo celebre profilo con l’ausilio, fatto ad arte, di luci a intermittenza su un’insegna al neon posta in lontananza. Sembrerebbe che volesse a tutti i costi divertire il pubblico e divertirsi egli stesso; una sorta di testo autografato, un marchio, un sigillo d’appartenenza a quell’opera da lui stesso creata. Quasi come una caccia alla firma, invitava il suo pubblico a cercarlo, a “scovarlo” tra i passanti, dietro una siepe, impresso su un fotogramma. Una sottile “caccia all’uomo”, al divo, al personaggio, al maestro; una caccia arguta e raffinata.
Ma quello che molti faticano a comprendere è che nei suoi film, l’alone della sua presenza, delle tematiche che intendeva trattare, del suo esprimersi diremmo, permea il totale contesto. Hitchcock appare anche quando non è sua intenzione farlo. Perché il pubblico non solo ricerca il suo vero cameo, ma vede i suoi film come una finestra spalancata su una porzione del suo genio creativo. L’apparizione vincente di Alfred è quella di rendere i suoi film indissolubilmente legati alla propria figura: “In un film di Alfred Hitchcock ci può essere un solo regista”. Non vediamo i suoi film per appassionarci alla storia, alla trama, quella è solo la superficie; vediamo i suoi film per entrare nella sua mente, per conoscere, ogni volta di più, Alfred Hitchcock. E questo è senza dubbio il suo più grande cameo: essere dappertutto! Essere l’intero film. Essere il genio che vede la realtà con l’occhio di una camera da presa.
Essere, se riuscite a immaginarlo, anche lì, proprio accanto a voi.
Autore: Emilio Giordano
Redazione: CineHunters
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