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Speciali di cinema – Un ricordo a Jack Lemmon

“E’ abbastanza difficile scrivere un grande dramma, ma è molto più difficile scrivere una buona commedia, ed è più difficile di tutto scrivere un dramma con la commedia. Che è ciò che è la vita.”

Jack Lemmon (8 febbraio 1925 –27 giugno 2001)
Jack Lemmon è stato, ed è ancora per me, un amico, uno di quelli più cari che richiami e rivedi quando ne senti la mancanza. Un amico che possiede la gentilezza e l’educazione di ripresentarsi tutte le volte, senza mai un ritardo, sotto forma di pellicola cinematografica e con un aspetto o un ruolo, che dir si voglia, diverso tutte le volte. Mi ha strappato sorrisi nei giorni più tristi e altrettante risate nei giorni più allegri. Jack Lemmon era un artista incontenibile e un interprete dai tempi comici innati, ma era soprattutto una persona di buon cuore, così come lo hanno sempre descritto i veri, più cari amici che aveva. Era in tutto e per tutto simile ai suoi stessi personaggi, capaci di ridere e di far ridere e di restare a volte ingenui e speranzosi anche quando si prospettavano le situazioni peggiori. Cedeva alle volte allo sconforto, al malinconico senso di abbandono, pur non mettendo mai da parte quell’ironia raffinata ed elegante, bonaria e sarcastica, e quell’espressione angelica e fiduciosa, capace di offrire dunque, una chiave di lettura per l’intera vita dell’uomo, autorappresentata su camera e scenario.

Per ricordarlo ulteriormente ho scelto questa foto scattata nel 1966, sul set di "Non per soldi...ma per denaro", dove Jack e Walter si incontrarono per la prima volta.

E' vero, entrambi perseguirono anche singolarmente una carriera da assoluti fuoriclasse, quindi per tributare Lemmon sarebbe più opportuno trattare dei film che resse da solo, sulle proprie abilità attoriali, piuttosto che quelli in coppia. Ma credo che per comprendere appieno la grande bontà che entrambi potevano vantare dietro al talento attoriale, bisogna inevitabilmente parlare dell'amicizia che li legava.

Lemmon e Matthau lavorarono insieme davanti alla macchina da presa per altre 9 volte; tra cult assoluti, botteghini sbancati e recensioni lusinghiere. Per essere davvero precisi, bisogna dire che lavorarono insieme undici volte. L'undicesima volta però era diversificata: in quel caso non lavorarono propriamente davanti alla macchina da presa, o per lo meno, solo Matthau si trovava "davanti" la macchina da presa, Lemmon, invece, figurava alla regia, nella sua unica esperienza da cineasta.

Il loro fu un rapporto di profonda amicizia durato più di trent’anni; tre decenni di vita, di cinema, di successi. La loro vicinanza, il rispetto e l'ammirazione che nutrivano l'uno per l'altro furono caratteristiche peculiari per i due mostri sacri dell'Hollywood di quegli anni, cosi come la loro inarrestabile verve comica. Erano soliti infatti battibeccare e prendersi in giro con battute secche e improvvisate ogniqualvolta dialogavano liberamente. Nei momenti più drammatici, quando Matthau era prossimo all'addio, Lemmon gli restò sempre accanto, andandolo a trovare quotidianamente insieme alla propria moglie e alla consorte di Walter, Carol Grace.

Il figlio di Matthau, Charlie, descrisse più volte Jack Lemmon come il miglior amico del padre, e addirittura come un secondo padre per lui stesso.
Esattamente un anno dopo la dipartita di Matthau, Lemmon morì, piegato da un tumore, il 27 giugno del 2001.

Viene da chiedersi se anche lassù, i due amici continuino ironicamente a litigare, su di un piccolo grande palcoscenico posto su una nuvola, intenti a far ridere coloro che richiedono i bis delle loro iconiche scene…

Autore: Emilio Giordano

Redazione: CineHunters

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