Paolo Villaggio ci ha lasciati. Era nato a Genova nel 1932. Ha mosso i primi passi nel mondo dello spettacolo in alcuni esibizioni di cabaret, perseguendo uno stile tutto suo particolare, basato su una comicità graffiante e grottesca che ha trovato terreno fertile nella televisione. Esordì in radio con il programma dal titolo, per certi versi azzeccato, “Il sabato del Villaggio”, a cui ha fatto seguito quello trasmesso in tv intitolato “Quelli della domenica”. Era l’anno 1968 e quel programma si può dire che abbia rivoluzionato l’idea stessa del varietà, fino a quel momento caratterizzato da lustrini e paillettes.
Con Fantozzi, la sua creazione più emblematica, prima letteraria in seguito cinematografica, raggiunse la grande fama. Il ruolo del Ragionier Fantozzi eresse Villaggio a simbolo del cinema italiano. Con Fantozzi, Villaggio ricercò e mise in scena i vizi, i difetti, le abitudini ma anche i pregi coraggiosi dell’italiano comune, descrivendoli e trattandoli goliardicamente nella quotidianità della vita del suo personaggio. Nella tragicità della sfortuna di Fantozzi, Villaggio generò nel suo pubblico una riso esilarante ma anche riflessivo.
Ricoprendo inoltre il ruolo del nevrotico e sadico professor Kranz e l’untuoso travet Giandomenico Fracchia, Villaggio ha dettato un nuovo modo di fare spettacolo: un umorismo né consolatorio né tantomeno qualunquista, ma carico di una modernità folle dai risultati comici dirompenti. Dopo questa prima esperienza c’è stata la conduzione di Senza rete e la partecipazione nel 1972 al Festival di Sanremo accanto a Mike Bongiorno nella veste di “guastatore”. Il personaggio di Giandomenico Fracchia ha dato corso nel 1975 all’omonima serie tv da lui stesso interpretata. Impegnato in una frenetica attività cinematografica, Paolo Villaggio ha in seguito diminuito notevolmente le sue apparizioni sul piccolo schermo, se non come ospite di tanto in tanto al Maurizio Costanzo Show. Ha condotto per un certo periodo, assieme a Massimo Boldi, il Tg satirico Striscia la notizia. Nella seconda metà degli anni Novanta accanto a un’attività cinematografica molto più intensa (Camerieri, Fantozzi e Il ritorno, Un bugiardo in Paradiso, e tanti altri) si registra l’aver preso parte ad alcune fiction televisive di un certo successo.
Mi viene da pensare che adesso si sia già riunito al suo grande amico, il ragionier Filini e, perché no, anche al geometra Calboni, da sempre in competizione con lui per arrivare al cuore della signorina Silvani. Chissà se adesso assisterà con piacere alla proiezione di tutte quante le bobine della famosa “Corazzata Kotiomkin”? Io credo proprio di no! Continuerà ad andare avanti, lassù, spronato dall'urlo dei suoi cari che seguiteranno a incitarlo gridandogli: "vadi, ragioniere, vadi", usando quel loro amatissimo congiuntivo.
Redazione: CineHunters