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Lilo e Stitch – Re anatroccolo

"Lilo e Stitch" - Disegno di Erminia A. Giordano per CineHunters

 

  • Un anatroccolo “sospettoso”

Suspicious Minds

“We can't go on together
With suspicious minds (Suspicious minds)
And we can't build our dreams
On suspicious minds”

Il lungometraggio della Walt Disney “Lilo e Stitch” è cadenzato da una colonna sonora costruita proprio su alcune delle più famose canzoni di Elvis Presley. Nella canzone “Suspicious minds”, letteralmente “pensieri sospettosi”, i presunti e paranoici sospetti tra una coppia d’innamorati frenano il naturale evolversi di un amore appena sbocciato. In “Lilo e Stitch”, tali incerti pensieri potrebbero tramutarsi in interrogativi nati per dare una risposta esaustiva a dubbi circa l’origine di Stitch. Stitch viene visto dai più come un cane dall’eccentrico aspetto; ma perché i suoi atteggiamenti sono così intimidatori? Chi è questa insolita creatura che ha catturato, con grande attenzione, lo sguardo della piccola Lilo? Da dove proviene? E dunque sull’incredibile origine di Stitch che ha inizio il nostro viaggio immaginario, il cui itinerario prevede la traversata di bacini d’acqua pura e cristallina popolati da splendici cigni, oltre che l’esplorazione di nuovi pianeti mai raggiunti dall’uomo su cui vivono bizzarre forme di vita aliene.

In un terreno acquitrinoso, ricco di graminacee a culmo legnoso, giacciono i gusci bianchi di uova appena dischiusi. In questo soffice canneto, una mamma anatra sta osservando per la prima volta i suoi piccoli venuti alla luce. Si accorge, subito dopo, che un uovo, quello di colore azzurrognolo, è anch’esso pronto a schiudersi. Ne viene fuori un esserino piuttosto particolare, dal piumaggio grigiastro. Il piccolo “anatroccolo” è più conformato dei suoi fratelli e anche molto più goffo nei movimenti mentre annaspa sul terreno.  La madre, seppur confusa dalla strana nascita, lo sospinge con il becco, per cercare d’affiancarlo ai suoi fratelli, i quali, però, sorpresi dal particolare piumaggio vorrebbero tenerlo lontano, quasi a emarginarlo. “L’anatroccolo” viene quindi messo in disparte senza rendersi conto del perché, e rimanendo triste e solo, decide di fuggire via.

I passi di questa meravigliosa fiaba vengono letti con grande coinvolgimento da Stitch, una creatura errante proveniente da un mondo al di là della Terra. Fu la piccola Lilo, una bambina hawaiana che prese Stitch con sé, a fargli conoscere la storia del brutto anatroccolo, scritta dall’autore danese Hans Christian Andersen.  Stitch empatizza con l’impacciato cucciolo e sente di somigliargli molto. Ma lui non è nato da nessun uovo. A dire il vero, non ha né una madre né un padre. Egli è stato plasmato dal pensiero e forgiato dalla volontà, dalla mente creativa e dall’ingegno di un inventore extraterrestre. Non vide la luce in un recinto sbagliato, bensì attraverso un evento innaturale. Stitch è un essere vivente nato su di un pianeta remoto per seminare incertezza e sgomento, violenza e terrore. Nonostante le sue minute dimensioni, Stitch, battezzato alla nascita col numero di laboratorio 626, è un esperimento scientifico sfuggito al controllo del proprio padrone e condannato all’esilio su un pianeta desertico. Come accaduto al brutto anatroccolo, anche Stitch viene rifiutato da tutti e costretto ad allontanarsi dall’habitat in cui spalancò i suoi occhi al mondo. A differenza dell’anatroccolo, tuttavia, Stitch non fu scacciato per il suo aspetto bizzarro, quanto per la sua pericolosità. Il suo essere stato concepito per “distruggere” lo condanna, irrimediabilmente, ad essere ritenuto una costante minaccia. Durante il trasporto sulla nave, Stitch riesce a venir fuori dalla sua cella e a dirottare l’astronave verso la Terra, precipitando nelle isole Hawaiane. Stitch non si perderà in un recinto di anatre ma finirà per “mimetizzarsi” in un canile, venendo incautamente scambiato per un canide dall’aspetto bislacco. Di lì a poco, verrà adottato da una famiglia, no, non certo una famiglia di cigni, ma di umani.

Lilo, l’adorabile bambina giunta al canile con la sorella Nani, lo sceglie tra tanti e se lo porta a casa, imponendogli affettuosamente il nome di Stitch. “L’animale”, in virtù della sua natura, ha un carattere indomito e pestifero e per questo motivo causerà non pochi problemi alla sua nuova famiglia. Nani fatica, anche a causa di Stitch, a trovare lavoro e sa che se non riuscirà a migliorare la sua precaria situazione, perderà la sua sorellina, la quale dovrà essere trasferita in un orfanotrofio, in attesa di essere adottata da una nuova famiglia.

Stitch, in un momento particolare della sua storia, tiene in mano il libro delle fiabe di Andersen, scorrendo con gli occhi le pagine scritte. Chi lo sa se già in quel momento egli riusciva a comprendere perfettamente ciò che stava tentando di leggere nella lingua degli umani. Magari, in quei frangenti faticava ancora a capire completamente il senso delle frasi, ma l’illustrazione di quel “brutto” anatroccolo che procedeva solitario, lasciandosi alle spalle quella nidiata, che per lui non fu mai la sua famiglia, lo colpisce profondamente. “Sono come lui” avrà detto tra sé. Stitch si identifica così con la figura del brutto anatroccolo, per un destino analogo ma al contempo diverso. La favola del brutto anatroccolo viene spesso raccontata ai bambini per rincuorarli e non farli sentire soli, vittime del timore di non essere accettati dagli altri. In te si nasconde più di quanto l’apparenza dà a vedere. Un giorno diventerai un bellissimo cigno, e troverai il tuo posto in questo mondo. E’ ciò che suggerisce in parte lo splendido racconto di Andersen.

E’ per tale ragione che Lilo ama anche lei così tanto quella storia, perché aspetta in cuor suo il momento in cui verrà accettata da un amico. Lilo è infatti triste e sola, e viene ignorata dalle sue amichette per i suoi modi di fare. Se Stitch non ha né un padre né una madre, Lilo ha perduto i suoi genitori in un tragico incidente e il suo unico affetto rimastole è la sorella maggiore. La sua è “una famiglia disastrata”, così la definisce Lilo, ma pur sempre una famiglia. E proprio in questo ironico e disastrato nucleo famigliare, Stitch irrompe non certo in punta di piedi, ma con la vivacità di un incontenibile “figlio adottivo”.

  • Un re del rock

 “Can’t help falling in love

“Wise men say only fools rush in

But I can’t help falling in love with you

Shall I say Would it be a sin?

If I can’t help falling in love with you”   

La musica e le parole di “Can't help falling in love” descrivono in maniera melodiosa l’impossibilità di non innamorarsi. “Non riesco a non innamorarmi di te”, ripete melanconicamente il ritornello della canzone. L’amore ha svariate forme, e può dare vita a legami indissolubili. Una famiglia unita è l’esempio di come l’amore viene veicolato negli affetti famigliari. Si tratta di un tipo di amore che riserviamo ai genitori, ai fratelli e alle sorelle, ai nostri figli, i quali rappresentano forse la forma più pura d’amore che si possa provare, quello riservato ad una creatura che abbiamo generato noi stessi o che abbiamo imparato ad amare come nostra, ed è quell’amore imperituro.

Lilo and Stitch disegnati da Erminia A. Giordano per CineHunters

 

E’ impossibile, di fatto, evitare di innamorarsi della propria famiglia se con essa esiste un legame inscindibile. Famiglia è ciò che include la vicinanza, la cooperazione, il poter contare gli uni sugli altri. “Ohana” significa famiglia, ed è il termine del linguaggio hawaiano maggiormente usato nel film. E in una famiglia nessuno viene abbandonato o dimenticato.

E’ questo l’insegnamento che Stitch carpisce nella sua permanenza sulla Terra. Egli, nato in un ambiente ostile, in cui avrebbe dovuto generare morte e distruzione, muta il proprio essere, venendo influenzato positivamente dalle carezze di una famiglia non proprio priva di tragicomici problemi. La natura violenta di Stitch cambia per far posto ad un temperamento mite, quieto, riflessivo e dolce. Stitch, spronato da Lilo, si “traveste” da Elvis, il re del rock, così da concretizzare il primo vero cambiamento “estetico” riscontrabile in lui nel corso del film. Il personaggio convoglia la sua grintosa energia nella musica, suonando una graziosissima chitarra.

  • Un lago e una fotografia

Always on my mind

Maybe I didn't hold you
All those lonely, lonely times
And I guess I never told you
I'm so happy that you're mine...”

“Always on my mind” non fa parte dei brani della colonna sonora di “Lilo e Stitch”, il che potrà indurvi a pensare che la scelta d’includerlo in questa selezione da me utilizzata per “raccontare” e analizzare i messaggi dell’opera sia ingiusta. Ma non lo credo! “Always on my mind” è una delle canzoni più belle a cui la voce di Elvis abbia mai dato vita e regalato memoria. “Sempre nella mia mente” recita il titolo del brano in questione. Il ricordo di una persona amata, di una parte della nostra famiglia vive nei nostri cuori, e si fa spazio nei nostri pensieri come un’immagine richiamata dal sentimento. I ricordi possono essere immortalati dall’artificio meccanico e chimico di una fotografia.

Solitamente gli scatti fotografici, custoditi all’interno di una cornice, li poggiamo, magari, sulla scrivania, così da poterli rimirare ogni qualvolta sentiamo la mancanza di un momento trascorso o di una persona in particolare. La foto della famiglia di Lilo viene contornata da una simpatica aggiunta: il frammento di una fotografia di Stitch, rintagliato opportunamente, viene inserito insieme a quella di famiglia. Un messaggio meraviglioso per la semplicità, il garbo e l’ironia con cui riesce a comunicare il valore di un ricordo da custodire sempre nella mente e da poter essere, ugualmente, osservato. La famiglia è adesso al completo, tra vecchi ricordi e i prossimi da aggiungere.

«Non importa che sia nato in un recinto d'anatre: l'importante è essere uscito da un uovo di cigno.» (Hans Christian Andersen)

La frase di Hans Christian Andersen tocca il tema dell’importanza delle nostre origini. Non importa dove e come nasciamo, conta se abbiamo nel nostro “io” l’eleganza d’animo di un maestoso cigno. Nelle sue origini, Stitch non può ricercare lo spirito nobile e altero di un bianco cigno. Stitich è, infatti, una creazione, non ha né avrà mai le sembianze di un nobile cigno, regale e leggiadro quando solca le acque limpide di uno specchio lacustre. Per Stitch, la nobiltà armoniosa del cigno ha sede nel suo cuore, nella sua scelta di vita e nella sua evoluzione emotiva. E’ nelle profondità del suo carattere che è contemplabile la bellezza di un cigno.

Stitch è andato contro la sua stessa natura che lo voleva una fiera efferata e indomabile, divenendo un essere buono e pacifico. Nella fiaba, il brutto anatroccolo, alla fine del suo percorso, raggiungerà le sponde di un lago e ammirerà un nugolo di cigni che beatamente sostano sulla superficie dell’acqua. Nuoterà per raggiungerli, attratto dalla loro regale bellezza, e si accorgerà, con grande stupore, che i cigni lo accoglieranno con garbo e cortesia. Quando l’anatroccolo chinerà il capo per scorgere il proprio riflesso, si accorgerà d’essere diventato anch’esso un cigno. Come il brutto anatroccolo, anche Stitch ha trovato il proprio posto e la propria famiglia per conto suo, tuttavia non coi suoi simili. Ed è questa la meraviglia del suo viaggio.

"Stitch con la sua famiglia" - Illustrazione di Erminia A. Giordano per CineHunters

 

Come il cigno bianco ha mirato il proprio riflesso, così Stitch potrà soffermarsi a guardare la fotografia che lo vede a fianco della sua famiglia e comprendere nuovamente l’importanza dell’Ohana. La casa e la famiglia sono le cose più importanti della nostra vita. Se più persone considerassero la casa e la Ohana prima dell'oro il mondo sarebbe un posto di sicuro più felice. Ma questa è un’altra citazione, magari per un’altra storia…

Autore: Emilio Giordano

Redazione: CineHunters

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