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“Ti ricordi la prima volta in cui hai visto un dinosauro?” -  è un interrogativo ripetuto con dolce frequenza da Claire. La voce di Bryce Dallas Howard voleva porre a noi interlocutori una domanda, le cui intenzioni, più che ottenere una risposta di tipo razionale, erano destinate a far riaffiorare un ricordo appartenuto alla sfera emotiva del nostro vissuto. Per l’appunto, provo anch’io a rivolgere a te, lettore, il medesimo quesito: qual è stata la prima volta in cui hai visto un dinosauro? Si trattava di una riproduzione giocattolo? Un pupazzo di stoffa con le fattezze di un “buon” triceratopo? Forse hai veduto per la prima volta l’immagine di un primordiale dominatore della Terra sulle pagine di un libro illustrato? Chissà, avrai osservato lo scatto fotografico di un museo all’interno di un testo che ritraeva i resti scheletrici di un colossale animale che, milioni di anni or sono, muoveva i suoi poderosi passi sul suolo Triassico, Giurassico o Cretaceo! Vi è, invece, la possibilità che tu, proprio tu caro lettore, abbia visto, come me, per la prima volta un dinosauro…con la pelle addosso, intento a muoversi con maestosità in una verde radura. Lo hai intravisto mediante l’occhio meccanico di una cinepresa. Era forse un Brachiosauro alto nove metri? Molti di noi, in principio, hanno ammirato un dinosauro guardando “Jurassic Park”.

Ci sembrava fin da allora un miracolo, concretizzatosi con le ingegnosità magiche e figurative del cinema, quell’arte che rese vivida una forma di vita vissuta in un tempo tanto lontano. Sono certo che oltre al senso della vista, alla meraviglia estetica che è stata capace di generare in voi quella sequenza, scolpita con tale limpidezza nella vostra mente, riuscirete a ricordare anche il frastuono assordante, sinistro e inquieto di un’andatura titanica come quella di un dinosauro che poggia l’arto inferiore sul terreno, o il ruggito fragoroso di un Tirannosauro. Potete ricordare con cristallinità le emozioni che avete provato quando avete avvertito tutto questo per la prima volta in assoluto?

La campagna pubblicitaria imbastita per promuovere “Jurassic World – Il regno distrutto”, quinto capitolo della saga iniziata da Steven Spielberg col suo capolavoro del 1993, ha indirizzato l’attenzione del pubblico sull’importanza di richiamare quel caro ricordo. La prima reminiscenza che conserviamo riguardante i dinosauri, che tanto abbiamo imparato ad ammirare e, perché no, anche a studiare assiduamente, sospinti dall’impatto e dalla suggestione che quel film, il primo film, ha avuto in noi, è la fonte primaria dell’amore provato per il mondo giurassico. “Jurassic World” vuol farci tornare bambini, permetterci di rievocare quell’ingenuo ed incantato senso di stupore che abbiamo provato la prima volta in cui ci siamo affacciati alle meraviglie di quel parco dalle fatali illusioni. Per gustarsi appieno l’adrenalinica avventura di “Jurassic World – Fallen Kingdom” occorrerà sin da subito far sì che siano le emozioni basiche, i sentimenti primordiali, gli affetti sinceri a guidare i nostri istinti.

“Jurassic Park”, tuttavia, non è mai stato solo emozione né mero intrattenimento d’avventura. La prima pellicola ha intrecciato la sua analisi filosofica e la sua indagine esistenziale sulla vita attorno al tema del progresso scientifico, all’ardire dell’uomo che “gioca” a fare “Dio”, se non addirittura a sostituirsi a Lui. La vita, impossibile da controllare, trova infatti sempre il modo di sopravvivere e andare avanti, di progredire nel proprio irrefrenabile percorso evolutivo. La vita sfugge al giogo impostole da taluni, e si ribella con forza selvaggia. Nell’universo cinematografico di “Jurassic Park”, in quanto creature per certi versi incarnanti il miracolo, i dinosauri sono portatori di una esistenza arcana, trascorsa, ma che ancora seguiterà a perdurare in futuro.  I dinosauri, selezionati dalla natura per l’estinzione, sono stati riportati alla luce dal parto generato dal connubio amoroso tra uomo e scienza. Essi sono conseguentemente responsabilità dell’essere umano, il quale ha il dovere di vigilare e proteggere i propri simili oltre i dinosauri stessi a cui ha donato una seconda esistenza.  Di fatto, in “Jurassic World – Il regno distrutto” la missione dei protagonisti sarà incentrata sul salvataggio dei dinosauri.

 

Anzitutto è il tema del diritto e del dovere alla salvaguardia della vita animale ad emergere nella pellicola. I dinosauri possono beneficiare degli egual diritti degli animali del nostro tempo? Una calamità naturale si sta abbattendo su Isla Nublar: un vulcano attivo è sull’orlo di una devastante eruttazione che annienterà l’isola, sterminerà la specie che ivi alberga, e distruggerà il regno dei dinosauri. La natura si sta per manifestare in tutta la sua sconvolgente potenza. La lava incandescente si palesa come una punizione divina, una seconda estinzione. Ma i dinosauri, nati “in provetta”, in laboratorio, sono vivi, siano essi erbivori e così delicatamente ammirabili, siano essi carnivori e così fatalmente pericolosi. Tali creature meritano d’essere salvate! Ecco perché fare appello a quell’interpellanza pronunciata da Claire, la protagonista della pellicola. Rammentate l’emozione della prima volta che avete contemplato l’incedere regale di un gigante che calca il terreno, e capirete così, mossi da quella fremente sensazione, perché anche voi desiderate a tutti i costi salvarli!

Non è una fortuita coincidenza che proprio un brachiosauro resterà dimenticato sull’isola prossima a morire, avvolto dalla nube e sull’orlo dell’abisso. Quel primo dinosauro inquadrato più di vent’anni prima dalla sapiente regia di Spielberg è anche l’ultimo a morire, in una scena toccante che vuol ricordarci ancora l’importanza di ricorrere ai nostri ricordi legati ai dinosauri per ben comprendere perché è così basilare rimanere vicino ai protagonisti in questo viaggio.

“Jurassic World – Il regno distrutto” è un lungometraggio diverso, per certi versi atipico rispetto ai precedenti capitoli del franchising, eppure per tutto il tempo, il film strizzerà l’occhio al passato, citando molte scene che i fan più accaniti non potranno che scorgere. E’ una giocosa altalena tra passato e futuro il film di Bayona, specialmente nella prima parte in cui si avvicendano le ricerche sull’isola, con i dinosauri vivi, mirabili in carne ed ossa, con altre sequenze girate all’interno della villa del magnate Lockwood, in cui è possibile, invece, vedere le ossa dei dinosauri custodite in un ampio salone a carattere espositivo. Ciò che furono i dinosauri, ciò che sono e ciò che ancora saranno in futuro viene riletto dalla lente del cineasta anche attraverso questi espedienti simbolici.

In “Jurassic World – Il regno distrutto” i dinosauri vengono trattati come merce di alto valore, prodotto da vendere e su cui effettuare ogni forma di lucro. E a tal proposito, tra dinosauri in catene, aste e vincite sancite a colpi di martello, fredde cifre a sei zeri, per una parte consistente dell’opera si perderà quel senso classico di avventura, quella lotta per la sopravvivenza tipica dei vecchi episodi della serie. “Jurassic World – Il regno distrutto” vuol porre la propria lente d’ingrandimento sulla sacralità della vita in ogni sua forma e come essa debba essere sempre salvaguardata.

 

La trama di “Jurassic World – Fallen Kingdom” non è articolata, cede anch’essa alla riproposizione di un’aberrazione innaturale, di una nuova mutazione genetica orchestrata in laboratorio che darà vita all’IndoRaptor, il quale sarà nuovamente, come accaduto per l’Indominus Rex, abbattuto da una natura vera, una “fauna” altrettanto feroce ed originaria.

Tra omaggio e nostalgia, tra cambio di rotta e tentativo d’innovazione, il film diverte ed intrattiene con pochi veri picchi di emozione, e forse aggiungendo poco al proprio percorso narrativo se non per un finale che aprirà scenari interessanti, non più circoscritti ad un luogo limitato come era il parco o le isole di Isla Nublar e Isla Sorna, ma propagandandosi per tutto il globo terrestre: sarà la nascita compiuta di “Jurassic World”.

Ricordate la prima volta che avete visto un dinosauro? Provate adesso ad affacciarvi alla finestra, potreste vederne uno muoversi libero per le strade, salvato da quello stesso amore che avete provato col primo “Jurassic Park”, e che vi ha accompagnato fino ad oggi, fino al termine di “Jurassic World – Il regno distrutto”.

Voto: 7/10

Autore: Emilio Giordano

Redazione: CineHunters

Potete leggere il nostro articolo "Jurassic Park - Quando i dinosauri dominavano la Terra" cliccando qui.

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