
Luci intense e colorate illuminano l'interezza dello schermo, un jukebox viene inquadrato velocemente con leggeri stacchi di camera, e un disco comincia a roteare facendo comparire centralmente il titolo della serie: è un intro impossibile da non riconoscere. Facciamo un tuffo nel passato e parliamo un po' di "Happy Days", la prima vera sit-com trasmessa dalla Rai. Ha mosso i suoi primi passi dal 12 agosto del 1977 e andava in onda nella fascia preserale, alle ore 19:20, sulla Rete 1. Non è che poi al quel tempo ce ne fossero tante di reti…
Tutto partì da un’idea di Garry Marshall. Lo stesso ideatore ne era il produttore, assieme a Edward k. Milkis e Thomas L. Miller. Tra gli interpreti figuravano Ron Howard, Henry Winkler, Anson Williams, Donny Most, Tom Bosley, Marion Ross, Erin Moran, Scott Baio, Al Molinaro.
La situation-comedy è ambientata negli anni Cinquanta, in una inverosimile provincia americana non raggiunta dai tipici problemi delle società avanzate. La storia ha per protagonisti tre normali ragazzi, la famiglia di uno dei tre e l’amico “ribelle” ma dall’indole alquanto buona e generosa. Richie Cunningham (Ron Howard, che diventerà in seguito un regista famoso, premiato con l’Oscar per il film “A Beautiful Mind"), “Potsie” Weber (Williams) e Ralph Malph (Most) studiano, si divertono, litigano.
Quando tra la compagnia di amici c’è qualcosa da dover sistemare viene sempre chiamato il loro idolo Arthur Fonzarelli detto Fonzie (Winkler, che ha vinto due Golden Globe) che da personaggio secondario diventerà ben presto il vero artefice degli episodi e pilastro portante di tutta la serie. Fonzie indossa una giacca di pelle e calza stivali a punta. Sta sovente in sella alla sua fiammante moto e si esprime per mezzo di uno stringato “hey!”, seguito da uno schioccare di dita, una mossa che sa di magico, in quanto non fa altro che attirare a sé tutte le ragazze che gli girano attorno.
Fonzie rappresenta il primo amore televisivo di centinaia e centinaia di telespettatori, un'icona di stile inconfondibile, idolo dei giovani ragazzi per il suo successo con le donne e per la sua caratterizzazione unica e inimitabile, basata su classici tormentoni. Fonzie accompagna sempre il suo intercalare “hey” distendendo le braccia e volgendo i pollici innalzati leggermente all’indietro, e si reca sovente a dare consigli agli amici nel suo ufficio, ovvero il bagno del locale amministrato da Alfred (Molinaro). Il giubbotto di pelle e i suoi jeans blu sono per lui una consuetudine, un modo abituale d’essere. Fonzie è sicuro di sé e, pur non avendo avuto un’istruzione e un’educazione adeguata, è altruista e gentile, serio e rispettoso. Fonzie è il mentore dei giovani amici ma anche un punto di riferimento per Joanie, che chiama affettuosamente “Sottiletta” (Erin Moran). Fonzie è famossissimo per la sua innata abilità di far partire il Jukebox semplicemente sferrando un pugno su di esso.
Il personaggio di Winkler è una leggenda del piccolo schermo, uno dei primissimi esempi di come un’ottima scrittura e un'altrettanto curata caratterizzazione potessero elevare un personaggio al rango di icona assoluta. Pochi sono i personaggi che sono riusciti a raggiungere l’indice di gradimento, pressoché universale, del motociclista. Fonzie rappresenta altresì il riscatto di un’esistenza difficoltosa attraverso un temperamento coraggioso ma a modo. Fonzie è orfano e vede nei coniugi Cunningham la sua vera e unica famiglia. Papà e mamma Cunningham (Bosley e Ross), genitori di Richie, sono spesso tirati dentro nelle vicende dei ragazzi. Quando questo avviene loro sono ben lieti di parteciparvi e cercare di rimettere le cose al posto, ma sempre non tralasciando d’essere ascoltati e farsi rispettare.
Nella sit-com non aleggia la violenza né la contestazione, né, tantomeno, si riscontra cattiveria. Anzi è l’amore a farla da padrone. Esso è un sentimento vero, autentico, così come lo è l’amicizia.
Ron Howard e Anson Williams erano già presenti nella puntata – pilota della sit-com che aveva come titolo "Love and Happy Days", comparsa nell’antologia Love, American Style, e trasmessa nel 1972. Questa puntata diede l’idea a George Lucas per la realizzazione del film con Ron Howard “American Graffiti” del 1973. Di sicuro il film contribuì al successo delle avventure di Fonzie.
La sit-com ottenne un clamoroso successo sia negli Stati Uniti che in Italia, dove sin dall’inizio ha appassionato giovani e meno giovani tanto che gli episodi sono andati in onda per lunghi periodi. La serie ha dato il via a ben tre spin off dai vari titoli: Laverne e Shirley, Mork e Mindy, Jenny e Cachi.
Curiosità: Nel 1974 per sfruttare in Italia il successo della serie, il film “La banda dei fiori di Pesco” venne chiamato “Happy Days – La banda dei fiori di Pesco”. Questo perché nel film era presente anche Henry Winkler nei panni di un motociclista con indosso il giubbotto di pelle, e nel doppiaggio nostrano veniva chiamato sempre Fonzie. Il lungometraggio vedeva la presenza anche di un giovanissimo e sconosciuto Sylvester Stallone.
Henry Winker era stato scelto per interpretare Danny Zuko in “Grease – Brillantina” ma l’attore rifiutò la parte che andò poi a John Travolta. A distanza di anni, Winkler ammise il suo rammarico per aver rifiutato il ruolo dato il successo che il film avrebbe poi avuto.
Autore: Emilio Giordano
Redazione: CineHunters
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