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Trascorso ottobre, il tempo sembra scorrere con celerità, e le giornate iniziano a farsi sempre più corte. Già dal primo meriggio, il sole patisce un’inspiegabile stanchezza; esso comincia così a sonnecchiare, porgendo le proprie gote luminose alle nuvole, soffici cuscini di delicata consistenza. La Stella madre del sistema solare cede poi il posto alla sorella Luna che, al calar della sera, svetta alta e piena di vita nel firmamento. Tutte le notti, l’astro lunare fa sì che la sua crosta opalina rifletta una fievole luce. Tale chiarore allieta le ore notturne dei mortali che, sulla Terra, si accingono ad accogliere la venuta della stagione invernale e, con essa, il freddo pungente.
La notte di Natale di tanto tempo fa, in un bosco verdeggiante, il vento soffiava gelido come mai prima di allora. Insistenti ululati riecheggiavano dagli angoli remoti della foresta come un canto melodioso ma inquieto. I rami spogli venivano mossi dall’algido sbuffo dell’aria e, urtandosi gli uni agli altri, generavano un’eco di strepitii.
In quell’angusta foresta, si aggirava una micragnosa vecchietta dal misero aspetto. Si era addentrata nel fitto della boscaglia, dove sorgeva un castello che riluceva di un bianco marmoreo. Con le sue mani ossute e rugose, che serbavano, nel palmo, i segreti di una vita longeva, l’anziana donna bussò alle porte del castello. Le aprì un principe. La vecchina chiese asilo, offrendo al giovane una rosa. Questi, che provava repulsione per l’aspetto della mendicante, rise del dono, e la scacciò. La donna, curvata dal peso dei suoi anni e piegata dagli stenti, lo avvertì di non lasciarsi ingannare dalle sembianze esteriori, poiché la vera bellezza è custodita nel cuore. Il principe la respinse nuovamente. A quel punto, la bruttezza della mendicante si dissolse, rivelando l’aspetto di una fata bellissima. Per punire il nobile insensibile e viziato, l’angelica creatura lanciò su di lui un maleficio: lo tramutò in una bestia e trasformò tutti i suoi servitori in oggetti incantati.
Un periodo dell’anno che, tradizionalmente, reca in sé gioia e felicità come il Natale dispensò per il principe Adam un tragico destino. Adam peccò di arroganza, egoismo e cattiveria. Ma perché proprio il principe fu scelto per subire questo infausto incantesimo? Perché lui e la sua “famiglia” di corte andarono incontro a questa magica fatalità? Tutto ebbe inizio in pieno inverno. La fata non fu un comune spirito vendicatore. Attraverso la maledizione che volle infliggere, ella cercò di donare al ragazzo una possibilità di salvezza. La fata aveva scorto la mancanza di amore nel cuore del nobiluomo; ma allora perché non scelse di punire altri che in futuro si dimostreranno ben più crudeli di lui? Come mai non castigò il vile Gaston? E’ presto detto: Gaston non avrebbe mai potuto trarre in salvo la propria anima da quella trasformazione, non avrebbe cambiato il proprio essere né avrebbe raccolto i purificatori effetti di una tale catarsi. La fata, in quanto essere magico, percepì il barlume di dolcezza che Adam celava nel suo cuore, nascosto sotto un cumulo di rabbia e vanità. La trasformazione è pertanto l’atto estremo per salvare una vita meritevole d’essere salvata. Mediante un percorso di sofferenza, Adam avrebbe scoperto l’amore di Belle, e sarebbe, pertanto, migliorato come essere umano. In lui vi era del buono sin dal principio, ma doveva essere portato alla luce. E quel briciolo di bontà poteva essere intuito soltanto da un essere d’incantevole natura: una “strega” dalle ali fatate, abile nel notare quello che sfugge ad una occhiata epidermica. Probabilmente, la fata sapeva cosa il futuro avrebbe riservato!
In inverno, Adam fu punito e divenne un mostro; invero, tutte le molteplici trasformazioni che riguardano l’anima e il corpo della Bestia avvennero durante la stagione invernale.
Belle è appena fuggita dal castello, spaventata dall’ira esternata dal principe maledetto, quando incappa in un branco di lupi. La Bestia corre a salvarla, affrontando coraggiosamente le fameliche creature. A seguito di questo episodio, si rompe l’astio tra i due protagonisti e inizia ad instaurarsi una timida amicizia che farà da preludio all’amore. Proprio in quel paesaggio nevoso, la Bestia, che rischiò la propria vita per difendere la ragazza, compì il primo gesto d’altruismo della propria esistenza. Il cambiamento del protagonista è appena cominciato, ed è ancora pieno inverno!
Circondati da uno scenario favolistico, i due futuri innamorati camminano l’uno accanto all’altra, lasciando, ad ogni passo, le loro impronte sulla neve. Le orme di Belle appaiono minute, delicate, lievi come se lei, col suo incedere etereo, avesse appena sfiorato la soffice distesa candida, quelle della Bestia, invece, sono larghe e profonde, prove impresse sul “suolo niveo” come testimonianze di una diversità esteriore che più non importa ad entrambi. Belle, che porta sulle spalle un mantello rosso e in testa un cappuccio, impreziosito da ricami canuti, osserva, con sguardo affascinato, la Bestia, intenta a dar da mangiare a dei minuscoli volatili d’intenso colore. L’innamoramento è appena sbocciato, come la calendula germogliata in un mite dicembre.
In quei giorni, racconta Mrs. Bric, il Natale era alle porte ma Adam, come tutti gli anni, aveva vietato ogni festeggiamento. Nel castello della Bestia tutto ha vita, persino gli addobbi natalizi che riposano, rinchiusi, nella soffitta. Le palline di vetro colorato, i festoni multicolori, persino gli angioletti, con le loro belle ali dorate e le loro guance piene di brillantini, possiedono briosità, vivezza e capacità di movimento. Il maestro Forte, direttore di corte, tramutato in un imponente organo a canne, influenza, con le sue note soggioganti, lo spirito della Bestia. Nessun canto natalizio si ode provenire dall’ala Ovest, soltanto arie meste e accorate. Il fascino della caduta copiosa della neve non rincuora l’animo crucciato del principe, neppure la vicinanza di Belle riesce a farlo gioire.
La dama tenta così di condurlo fuori, all’aria aperta. Quand’ella lo invita a distendersi sul terreno innevato e a scuotere le braccia, così da simulare l’immagine di un angelo, la Bestia mira l’ombra della creatura mostruosa che è. Il corpo di Belle, impresso nella neve, mostra un’essenza celestiale, quello di Adam la sagoma di un essere dalle demoniache fattezze. Nulla sembra poter destare la Bestia da un così immenso torpore.
La magia del Natale è racchiusa nei piccoli gesti d’affetto, come il donare agli altri. Belle offre alla Bestia un libro molto speciale. Leggendolo, il principe riscopre il significato del Natale, e la speranza si riaccende in lui. Quello scelto da Belle era un regalo dal profondo valore. I libri, per la fanciulla, sono varchi schiusi su regni immaginari. Lo specchio magico permette al principe di vedere il mondo esterno, allo stesso modo, i libri consentono a Belle di contemplare un mondo fantastico, attraverso cui interpretare, con un cuore ripieno di sentimenti evocati dalla lettura, il reale. Belle ha donato alla Bestia un mezzo per sostenere il proprio dolore con il potere delle parole scritte, le quali dissolvono i patimenti generati dall’immagine visiva proiettata nello specchio, raffigurante un luogo che, in quel tempo, il principe non poteva in alcun modo raggiungere. Ancor prima dell’amore, Belle ha donato alla Bestia la speranza. Un Natale ha arrecato dolore alla Bestia, ma è vero anche che un altro Natale le ha ridato la fiducia. Quando fu maledetto, quando venne salvato dalla disperazione, quando si innamorò, si pentì e ottenne la redenzione, e quando tornò umano e sposò la sua Belle, per Adam fu sempre inverno! Dal freddo, la Bestia poté trarre il caldo ristoro di un amore incondizionato.
Un anno dopo, Belle e Adam ricordano, felici, quel particolare Natale. Un grande albero verde si staglia al centro del salone, proprio dove Belle e Adam avevano ballato il lento più emozionante della loro vita. Allora, il tempo sembrava essersi fermato, e un cielo blu, abitato da graziosi putti con ali d’argento, vegliava sui loro passi di danza. E’ di nuovo Natale: il primo da quando Adam ha riavuto le sue sembianze umane. Gli addobbi non sono più vivi, giacciono immobili ma colmi di quel calore famigliare che solo il Natale sa propagare.

Mentre si soffermano ad osservare il cielo cosparso di corpi luminosi dalla balconata del maniero, il principe dona alla sua principessa una rosa rossa intrisa dell’incanto di un magico Natale.
Autore: Emilio Giordano
Redazione: CineHunters
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