Vai al contenuto

La trama di “Batman Arkham City” si sviluppò secondo la precisa direttiva d’esplorare le potenzialità di un’esperienza videoludica nuova, che si basasse su un’irrinunciabile concezione risalente al primo capitolo, “Batman Arkham Asylum”. Tale prerogativa, basilare nel concept della storia, prevedeva infatti che il videogiocatore venisse calato in una realtà virtuale in terza persona, che poneva il personaggio giocabile in una storyline che lo vedeva agire in solitaria. Batman è da sempre l’eccellenza dell’eroe solitario. Sebbene venga affiancato da una serie di affascinanti alleati, come Robin, Batgirl, Nightwing e Oracle, l’uomo-pipistrello è l’archetipo del vigilante sfuggente, introverso e misantropo. In “Batman Arkham Asylum” il crociato incappucciato agiva in solitudine, e soltanto la voce di Oracle, udibile tramite comunicazione radio, ravvivava la sua silenziosa e isolata missione. In “Arkham City” avverrà lo stesso, questa volta però sarà la voce del fedele Aflred ad interloquire con lui.

L’elemento che poneva Batman in solitaria, in uno spazio circoscritto e insidioso quale poteva essere il manicomio di Arkham, caduto preda del dominio degli internati, era essenziale nel mettere in scena l’alone drammatico di un eroe che si trovava costretto a sopravvivere e a riportare ordine in un mondo rovesciato dalla follia del Joker. Batman era l’incarnazione della ragione che respirava come alito di vita in un luogo in cui la pazzia criminale aveva prosperato. Da questa idea prolificò la trama di un sequel che potesse vedere Batman a fronteggiare da solo i suoi letali nemici.

Il videogioco “Batman Arkham City” venne distribuito l’11 ottobre del 2011 ed è ambientato subito dopo gli eventi del primo. Quincy Sharp, ex direttore del Manicomio di Arkham, dopo essere stato eletto sindaco di Gotham City, elabora e avalla un progetto che prevede la costruzione di mura ciclopiche che possano proteggere la parte più vecchia e mal ridotta della città di Gotham. Questa costruzione serve a svuotare il manicomio di Arkham e la prigione di Blackgate da ogni detenuto, che verrà in seguito trasferito in quella parte di città, trasformatasi in una sorta di gigantesca prigione cittadina ribattezzata Arkham City. Nelle intenzioni di Sharp, tutti i criminali dovranno essere deportati fin laggiù e abbandonati all’interno di quelle mura, dove ad ogni scoccare dell’ora prestabilita, gli elicotteri sorvoleranno il perimetro e sganceranno razioni di cibo. La città di Gotham, spogliata dal crimine, sarà al sicuro in quanto Arkham City verrà sorvegliata costantemente da guardie d’elité che impediranno ogni tentativo di fuga.

Tra i maggiori contestatori di una pratica così rischiosa e immorale c’è il miliardario Bruce Wayne che dà via a una costosa propaganda politica per opporsi alla realizzazione di Arkham City. Purtroppo gli appelli del ricco magnate non avranno esiti positivi e la grande città-prigione vedrà presto la luce. Quando Wayne verrà rapito e condotto all’interno della città, egli non potrà che farsi strada tra i pericoli di Arkham City vestendo l’armatura di Batman.

Batman, oltre a voler riportare ancora una volta l’ordine in un mondo piegato al caos totale, deve, allo stesso tempo, stare in guardia dalle minacce che la città criminale potrà arrecare a Gotham. Il Joker, malato e prossimo a morire, mira infatti a salvarsi disperatamente con una cura che Mr. Freeze sta studiando per lui, e per assicurarsi la collaborazione di Batman, ha minacciato di contagiare col proprio sangue gli ignari pazienti di Gotham. La situazione si complica ancor di più quando Batman viene infettato dal sangue del clown, rischiando anch’egli di morire. In questa corsa contro il tempo per trovare l’antidoto, l’uomo-pipistrello dovrà altresì fermare Hugo Strange, psichiatra truce e sadico che conosce la sua vera identità ed è in combutta con l’immortale Ra's al ghul, il quale mira a fare una strage ad Arkham City.

Il secondo capitolo della saga di Arkham propone una storia innovativa che accresce gli scenari di gioco raddoppiandone la grandezza. Il mondo virtuale da esplorare non è più limitato ai confini dell’isola di Arkham, ma il giocatore può muoversi liberamente in un’intera città. Batman si muove sfruttando la rapidità del proprio rampino, il quale gli permette di scalare i piani più alti dei palazzi e avanzare di zona in zona. I quartieri brulicano di malavitosi armati di armi da taglio e da fuoco che spesso possono cogliere Batman in gruppo e circondarlo. Il giocatore dovrà sfruttare appieno l’abilità estrema di Batman nel combattimento corpo a corpo per respingere le orde violente che mirano ad ucciderlo. Muovendosi per tutta la città, il giocatore potrà inoltre imbattersi in diverse missioni secondarie che aumenteranno le ore di gioco, oltre a poter ricercare i trofei e svelare gli enigmi lasciati dall’enigmista e sparsi per tutta Arkham City. Durante la progressione del gioco, il player otterrà diversi upgrade che potranno essere utilizzati per migliorare le prestazioni da combattente di Batman, potenziare la sfera difensiva della sua armatura e sbloccare tecniche e abilità segrete.

“Arkham City” è un videogioco realizzato come avventura singola destinata alla capacità di ogni giocatore di potersi immedesimare nell’interazione con Batman. Il crociato incappucciato potrà nuovamente far uso dei suoi straordinari gadget, e la modalità detective è stata ampliata e notevolmente migliorata. Batman avrà la possibilità non soltanto di trovare tracce scientifiche con la visuale della propria maschera ma di raccogliere tutte le prove della scena del crimine con l’analisi ambientale.

La qualità grafica del videogioco è  davvero eccellente, ed essa è stata ulteriormente migliorata nella rimasterizzazione eseguita per la nuova edizione destinata alle console next-generation, come la Playstation 4. Arkham City è una città fredda, desolata, triste, appestata da un’aria fetida che viene alimentata dalla malvagità delle anime che vivono su essa. L’incedere della pioggia che potrà presentarsi di tanto in tanto durante l’avventura, e le zone cittadine in cui cadrà la neve, aiutano il giocatore a calarsi in un contesto suggestivo che esalta il carattere maturo e tenebroso del cavaliere oscuro.

Batman disegnato da Erminia A. Giordano per CineHunters

 

Quello che colpisce nell’immediatezza è il valore di una trama articolata. L’Arkham City sembra esser sorta dall’ispirazione della grande Mela dell’opera di John Carpenter “1997: fuga da New York”. Nel film di John Carpenter, New York era diventata una città avulsa dal mondo, chiusa da mura che impedivano l’uscita e l’accesso, e in cui vivevano in uno stato di totale anarchia i peggiori criminali d’America. Quello che inquieta ancor di più nell’Arkham City è che il governo di Gotham non opera alcuna differenza nella selezione dei criminali, equiparandoli nei rispettivi crimini. I ladruncoli sono stati rinchiusi e abbandonati a loro stessi con gli psicotici Serial Killer. I più deboli vivono per breve tempo all’interno della città e finiscono per morire di fame o di ipotermia non avendo né cibo né un rifugio in cui ripararsi. Chi vuol cercare di sopravvivere finisce per non avere scelta e divenire un seguace dei malavitosi più potenti. Arkham City è dilaniata da una guerra interna che pone su due fronti gli schieramenti del Joker e quelli del Pinguino che si contendono il dominio totale della città. Ogni ora che passa la sicurezza già precaria di Arkham City viene insidiata dall’arrivo di nuovi pericolosissimi criminali come Due Facce e Mr. Freeze, quest’ultimo che vive nella zona più gelida della città, dove la temperatura scende al di sotto dello 0. Arkham City è un distopico manicomio urbano, in cui la follia non giace più sopita e rinchiusa tra gli spaventosi interni della costruzione dell’isola di Arkham ma si è accresciuta, arrivando ad avviluppare un’intera città.

 

“Batman Arkham City” è un gioco fantastico e avvincente, una discesa negli abissi della mitologia di Batman e dei suoi villan. Il gioco offre un’analisi etica sul destino degli uomini che vivono in questa città sovversiva, in special modo per la volontà di Ra's al ghul. Il suo folle piano che prevede la distruzione di Arkham City e la morte di tutti i criminali rappresenta l’insano volere di distruggere il male perpetrando altro male. Ra's al ghul vorrebbe epurare la città di Gotham dal crimine e distruggerla per fondare un utopistico centro urbano privo di corruzione. Un volere agognato per un intollerabile senso di onnipotenza che fa sentire questo antagonista come un profeta vendicatore. Batman, una volta guarito, riuscirà a sventare i suoi piani rivoluzionari prima di fronteggiare il Joker.

Il finale, scioccante, avviene all’interno di un vecchio teatro abbandonato, come fosse l’atto finale di un dramma concretizzatosi nell’eterna lotta tra il bene e il male e che adesso volge inaspettatamente all’ultima interpretazione scenica del copione. Il Joker reciterà le sue ultime battute dinanzi ad un solo spettatore: Batman, che assisterà, spiazzato, alla morte della sua nemesi.

“Arkham City” è stato per la Rocksteady il secondo capitolo di una trilogia d’impareggiabile bellezza e profondità nel mondo dei videogiochi. Una crescita ancor più marcata nell’animo di Bruce Wayne, disturbato, avvilito, e per questo ancor più solo.

Autore: Emilio Giordano

Redazione: CineHunters

Potete leggere il nostro articolo "Batman - Il cavaliere oscuro e quel suo lungo inverno" cliccando qui.

Per leggere il nostro articolo "Batman Akrham Asylum - Benvenuti in manicomio" cliccate qui. 

Per leggere il nostro articolo "1997: fuga da New York" cliccate qui.

Vi potrebbero interessare:

  • Fifa è tornato

Il ritorno del migliore simulatore videoludico del gioco del calcio, ovvero il venticinquesimo capitolo della serie EA, “Fifa 18”, per gli amanti del settore è un appuntamento a cui non si può mancare. E’ dunque un acquisto irrinunciabile. Merito anzitutto dell’eccellente lavoro svolto dalla EA Sports nel ricercare un sempre maggiore realismo tattico per quel che concerne l’esperienza di gioco. I creatori di “Fifa” hanno sviluppato e mantenuto nel corso degli ultimi anni un certo distacco, un margine di vantaggio e di preferenza critica nei confronti dei rivali del settore quali “PES” e gli altrettanti simulatori sportivi. “Fifa 18” non può essere da meno, e infatti non si discosta dai miglioramenti a volte riscontrabili in dettagli, altre volte ben più evidenti nelle meccaniche di gioco, che i curatori seguitano a introdurre di anno in anno.

  • Calcio d’inizio

Le opzioni di gioco di “Fifa 18” sono le medesime del capitolo precedente. Potrete scegliere sia di giocare una partita comune contro il computer che creare il vostro Dream-team da sogno in “Fifa Ultimate Team”, sfidando avversari sparsi per il mondo mediante l’online, oppure iniziare la modalità carriera da allenatore (interessanti accorgimenti sono stati apportati in questa sezione) o da giocatore, e intraprendere la seconda parte del Viaggio di Alex Hunter.

Per accertarvi delle differenze di questo nuovo capitolo è consigliabile cominciare con un “Calcio d’inizio”, una partita singola con la vostra squadra del cuore contro l’avversario che prediligerete. Vi accorgerete immediatamente di come i movimenti dei giocatori appaiano armonici e ordinati, e i frequenti contrasti fisici più chiari ed evidenti. “Fifa 18” è un videogioco che favorisce nettamente il gioco offensivo e il calcio spettacolo. Ciò sacrifica però la fredda lucidità della fase difensiva.

Se tra i vostri schemi tattici amate impostare una manovra offensiva sull’asse degli esterni, noterete come le ali attacchino la profondità con costante frequenza e, se serviti opportunamente con millimetrici lanci lunghi, la palla giungerà spesso sui piedi dei giocatori scattanti a ridosso dell’area di rigore. Effettuare tali aperture non rappresenta uno sforzo fisico notevole per i giocatori più esperti; le difese avversarie tendono infatti a coprire centralmente il campo e a lasciare un maggiore spazio sulle fasce. E’ probabile che il vostro attaccante riceva il pallone a seguito del taglio in profondità, ma che debba poi vedersela immediatamente con il terzino avversario che arrancherà a coprire con non poca fatica. Beneficiano di questo aspetto i giocatori dotati di elevata velocità, i quali potranno riuscire a varcare i limiti dell’area di rigore con costante frequenza.

Il tocco palla in particolare è stato reso più realistico dall’atto del giocatore che col piede andrà in contro al pallone per stopparlo e potrà avere qualche difficoltà a trattenere la sfera se servito con palloni veloci a ridosso della linea difensiva avversaria. Ogni movimento del piede, ogni torsione della caviglia influiranno sul controllo della sfera. Se un calciatore mancino dovesse tirare col destro, e viceversa, ci accorgeremmo di quanta poca qualità riesca a mettere col suo piede non prediletto. Gli sviluppatori hanno curato ogni minimo particolare dell’azione dei corpi dei giocatori, a tratti più compassati ma sempre allerta. Occorrerà, dunque, dosare attentamente i passaggi corti, preda facile delle intercettazioni avversarie: questo è il primo aspetto contraddittorio di questo nuovo Fifa, nel quale i passaggi lunghi paiono maggiormente fruibili, mentre i passaggi corti hanno bisogno di una maggiore accortezza e precisione. “Fifa 18” ha il merito, o il difetto, di rendere semplici le giocate più complicate e complessi gli aspetti più facili di gioco.

  • E le difese?

Quello che colpisce più di ogni altra cosa è la facilità con cui i giocatori tecnici riescano a farsi beffa delle difese. I difensori, se non guidati da una mano esperta, potrebbero incappare in molte figure statiche da imbarazzanti “birilli”. Tuttavia, la vostra esperienza e le vostre conoscenze arricchitesi in anni di gioco non vi serviranno a molto. In questo nuovo capitolo di “Fifa” la difesa è interpretabile in un modo del tutto nuovo. Come ci ha abituato negli ultimi anni, Electronic Arts ha lasciato la possibilità ai giocatori di poter scegliere tra “difesa tradizionale” e “difesa tattica” (attenzione, online si potrà utilizzare solo la difesa tattica). La prima è più abbordabile poiché dà la possibilità ai giocatori di temporeggiare e pressare il portatore di palla allorquando si voglia compiere un tackle per reimpossessarsi della sfera. Nella difesa tattica si dovranno, invece, coprire molto più gli spazi e cercare di chiudere le linee di passaggio. Si potrà riprendere il pallone soltanto quando il contrasto sarà stato compiuto al momento opportuno. Il problema sorge nella situazione in cui i giocatori forti, veloci e tecnicamente abili, punteranno un difensore. Gli attaccanti tecnici lasceranno pochissime volte scampo ai loro avversari, creando con regolarità una pericolosa superiorità numerica. Le difficoltà a mantenere la porta inviolata, specie se amate sfidare la CPU in partite consistenti, dalla durata di una ventina di minuti per tempo, saranno alte per entrambe le squadre. Anche le difese della CPU commetteranno errori grossolani, che potranno spianare la strada ai vostri giocatori. A questo va aggiunta una certa costanza che si potrà notare nel realizzare gol da fuori area.

Se riuscirete a trovare una piccola apertura, un tiro da fuori, non sempre ben coordinato, potrebbe comunque rivelarsi inaspettatamente fatale. Più spesso del normale i portieri resteranno di sasso nel mentre seguiranno imbambolati la traiettoria del pallone insaccarsi nel sette da una distanza siderale. Pertanto i punteggi di una singola partita potranno essere ricchi di gol da una parte e dall’altra.

In “Fifa 18” vince chi commette meno errori, un qualcosa che però poco si sposa con il concetto di realismo che tanto abbiamo imparato ad apprezzare nei Fifa recenti. In “Fifa 18” non si ha mai la sensazione di essere veramente in controllo della linea difensiva nella sua interezza. Colpisce, a tal proposito, anche la semplicità con cui spesso possiamo realizzare una rete ai nostri avversari. Sorge spontaneo domandarsi se esista a tutti gli effetti una “questione difesa”, e se essa sia un tallone d’Achille invalidante per ogni formazione. “Fifa 18” vuole volutamente esaltare una forma di calcio spettacolare. Gli incredibili gol realizzati dalla lunga distanza, le molte possibilità di scartare i difensori, e i risultati rocamboleschi che possono cambiare nel giro di pochi minuti, certificano questa scelta, che poco ha a che vedere con il calcio più intenso, quello giocato sul filo di lana, per il rotto della cuffia e spesso deciso da un guizzo.

Lev Yashin tra le icone leggendarie di "Fifa 18"

 

  • Trattative “dal vivo”

Una tale questione, che potrà essere giudicata come un merito o un demerito da ognuno di noi, non penalizza in maniera totalmente decisiva le bellezze sparse nelle altre modalità del videogioco, che ancora una volta cattura l’essenza e l’adrenalina sportiva di una partita di calcio. La modalità carriera è certamente la componente manageriale più rinnovata. Quando si vorrà contattare una società per acquistare un loro giocatore, così come quando vorrete discutere il rinnovo di un vostro calciatore, le trattative avverranno in tempo reale e sotto i vostri occhi, con una sequenza filmata nella quale vedremo noi stessi in veste di allenatore/manager discutere con i rappresentanti delle squadre. Si potrà intavolare una trattativa sull’offerta, la forma dell’acquisizione e l’introduzione di una percentuale sulla futura rivendita e se la trattativa soddisferà le due parti in causa, si potrà passare successivamente a trattare direttamente col giocatore e con l’agente (con tanto di nuova sequenza filmata) in cui si limeranno i dettagli relativi al conguaglio economico.

La modalità carriera rappresenta un grosso passo in avanti e offre al videogiocatore la sensazione di star davvero vivendo la simulazione di un’esperienza da allenatore, selezionatore e manager calcistico. E’ stato altresì migliorato il sistema per scovare giovani talenti attraverso i viaggi organizzati degli osservatori in giro per il mondo, e in egual modo sono state perfezionate le tattiche degli allenamenti per far crescere ogni singolo giocatore, e infine è stata approfondita la gestione manageriale della società.

In tutto questo, la modalità “Il viaggio”, grande nuovo “marchio distintivo” presentato nella versione precedente del videogioco, riprende con interessanti novità. Hunter, il nostro alter-ego calcistico, vive il sogno che ogni amante del calcio vorrebbe vivere, il tutto in un coinvolgente film interattivo cui il videogiocatore potrà dare il proprio contributo soltanto sul campo. Tuttavia, si avvertirà ancora la sensazione di non avere un peso appagante sul progredire della storia e sulle decisioni del “campioncino”, che di fatto procederà nella sua carriera senza una vera possibilità di chissà quale scelta.

  • Conclusioni

La grafica di “Fifa 18” ha fatto notevoli balzi in avanti, oltre a una cura più evidente nella creazione dei volti di alcuni giocatori più famosi, anche gli stadi e i tifosi sono resi con ammirabile realismo tanto da far sentire il giocatore molto più partecipe dell’entusiasmo proveniente dagli spalti. Le gare rasentano nell’estetica una perfezione similmente paragonabile a una partita trasmessa in TV.

“Fifa 18” lascia in bocca, tuttavia, un retrogusto un tantino amaro. L’equilibrio tra le due fasi di gioco appare utopistico, i risultati tennistici piovono a grappoli e la simulazione dello sport più bello del mondo è ridotta ad uno spettacolo balistico per incantatori di folle. In questo ultimo episodio, i difensivisti e gli amanti della difesa imperforabile resteranno amareggiati, i fedeli al credo del “vince chi fa un gol in più dell’avversario” ne gioiranno.

Autore: Emilio Giordano

Redazione: CineHunters

Vi potrebbero interessare:

%d blogger hanno fatto clic su Mi Piace per questo: